venerdì 23 novembre 2012

Carla Regina delle Scarpe e l'importanza dell'umiltà

Carla la Regina delle Scarpe con la sua Corona

Quando ho aperto questo blog, rivolto principalmente allo shopping e a tutto ciò che è fashion, sia dal punto di vista di geek che da quello di fashionista a Terni, non posso negare che un po' ho pensato anche a lei, a Carla Calzature, la regina delle scarpe.

Un vero fiore all'occhiello per il mio piccolo down town ternano, e non solo: il negozio di Carla M. Shoes & Bags, in Via F. Angeloni 53, viene visitato da clienti di tutta Italia, che la contattano anche telefonicamente.

E' talmente piacevole intrattenersi nei suoi locali, eleganti e raffinati, con le pareti di pietra bianca e la pavimentazione in selciato, come quello dei borghi della nostra bella Umbria, con le poltroncine di legno antiche, con gli specchi e le scarpe incorniciate da profili barocchi come opere d'arte, o appoggiate su discrete mensole trasparenti come sospese nel nulla.

L'eleganza e il gusto la contraddistinguono inequivocabilmente in ogni scelta di campionario, sempre alla ricerca di marchi emergenti e frequentando le fieri più importanti.
L'intervista che le ho fatto era un appuntamento per il quale fremevo da tempo, e finalmente si è realizzata!

Pink: Quando ha iniziato la sua attività?
Carla: lo scorso 18 Ottobre sono stati 41 anni dall'inizio a Narni Scalo
Pink: Per caso o per un motivo preciso.
Carla: ah no... per passione, assolutamente per passione. Questa è la mia vita. Il mio lavoro è il mio stile di vita.
Pink: Lei sa che i sui articoli sono l'oggetto del desiderio delle sue clienti, e un sogno per qualcuno  proibitivo...
Carla: io ho nei confronti dell'individuo un grande rispetto.... per me chi entra da quella porta è la persona più importante al mondo ...in quel momento la cliente è la mia vita, non lo so perché però...
Pink: ...forse perché l'articolo è così viscerale per noi donne?
Carla: forse io l'ho fatta ancora più viscerale, io ne ho fatto una fonte di vita, e per me questo non è banale, nulla banale. Non è banale chi compra Cocorose a 65 euro, non è banale chi compra la scarpina a 100 perché più di quello non può, non è banale chi mi compra questa (n.d.r.: una decolletè a tre colori di pelle con frangette e tacco grosso), che è una scarpa difficile da percepire. Per me uno sono tutti e tutti sono uno. A prescindere da quello che prendi, io ti do la stessa dedizione e lo stesso rispetto che potrei dare a chi, come la signora di prima, ha preso due Stuart Weitzman insieme... e questo non è così comune fra i commercianti.
Pink: ma questo succede secondo lei a Terni o è un problema ancora non abbattuto di molte boutique ovunque?
Carla: questo è quello che mi viene detto, che mi viene riferito. A me non è mai capitato...no... però adesso che ci penso... una volta a Firenze, nel negozio di [...] mi sono sentita trattata male come Julia Roberts in Pretty Woman. Mi piaceva tanto una borsa e mi volevo fare un regalo. Sarà stato il 1993, entrai nel negozio e la commessa mi guardò così male! Mi sentii così umiliata. Io chiedevo di vedere da vicino le cose esposte, loro me le tiravano giù dagli scaffali, me le facevano vedere ma con uno snobismo e una sufficienza  incredibili. Me ne sono andata e ho rinunciato alla borsa che mi piaceva tanto a causa di come si erano comportati con me. Sono uscita da [...] e sono entrata da [...] che gli sta proprio accanto. E c'era un borsa che non mi piaceva quanto l'altra, ma mi piaceva molto. Mi sono detta: io alla signora commessa di prima gli devo dare una lezione! Ho acquistato la mia bella borsa, che ancora ho, da questi secondi negozianti gentilissimi che me l'hanno confezionata di tutto punto nella loro grandissima shopper griffata. Poi sono tornata al negozio n.1 con la borsona in bella vista, ho fatto il giro dei locali per farmi vedere e me ne sono andata soddisfatta.
Pink: Ha fatto bene.
Carla: non si fanno quelle cose, non si fanno. Perché ogni singola persona va rispettata sempre, in ogni situazione, e questa è la prima cosa. Umiliare anche solo con lo sguardo non sta ne in cielo ne in terra. Prendiamo Stuart Waitzman, che ha 12 aziende in Spagna, 1800 operai, un palazzo sede centrale a New York e che produce due milioni di paia di scarpe l'anno: quando sta a Milano in fiera, accoglie cliente per cliente, ci accoglie uno ad uno. Lui entra la mattina alle 9 in ufficio e esce alle 10 di sera. Se questa non è una lezione di vita...

La chiacchierata finisce qui perché entrano dei clienti, e Carla corre subito ad accoglierli. Riesco però a convincerla facilmente a fare la foto che avevo in mente: la regina delle scarpe con una scarpa esagerata come corona.

Sono sicura al cento per cento della profonda sincerità in quello che dice, perché io vado nel suo negozio molte volte all'anno e nello stesso anno gli compro al massimo un solo paio di scarpe, ma mi accoglie sempre con un gran sorriso, come se comprassi due paia al mese, e poi ci facciamo una bella chiacchierata di cui è facile intuire l'argomento e in cui mi racconta le ultime novità sul mondo delle calzature. Tipo che la prossima stagione si pregerà di avere fra i suoi brands di alta gamma anche SW1, appena nato dalla collaborazione fra Stuart Waitzman e Alvaro Gonzalez, ex designer di accessori di Jimmy Choo... fate un po' voi!


































Pink.

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